“Un grande passo avanti per la scienza“. Con queste parole è stato annunciato dalla totalità dei media mondiali la scoperta del “Bosone di Higgs“, la particella elementare che garantisce la massa a tutte le altre particelle subatomiche dell’Universo. Nell’Auditorium del CERN di Ginevra sono stati Joe Incandelo (Università della California), responsabile dell’esperimento CSM e Fabiola Gianotti (Istituto nazionale di fisica nucleare), responsabile dell’esperimento Atlas, ad annunciare al mondo (con margini di errore ridottissimi) l’esistenza di una nuova particella, il “Bosone più pesante mai trovato“, ribattezzato “particella di Dio“, che spiega la teoria di Higgs. General Tecnica si è occupata della ingegnerizzazione e della produzione delle Resistite Plate Chambers (RPC) usate negli esperimenti CMS ed Atlas, i rilevatori di particelle che hanno “scovato” la particella che ha permesso di raggiungere “una tappa fondamentale nella conoscenza della natura“, come ha sottolineato Rolf Heuer, direttore generale del Cern.
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Tra l’altro, già nel 2006, la General Tecnica aveva visto premiato il proprio impegno con il prestigioso riconoscimento CMS Crystal Awards per lo sviluppo e la produzione di Resistive Plate Chambers. Per catturare l’impronta del bosone di Higgs c’è voluto l’acceleratore di particelle più potente del mondo, il Large Hadron Collider, un tunnel sotterraneo lungo 27 chilometri che ha iniziato a scagliare protoni furiosamente l’uno contro l’altro nel 2008, dopo 20 anni di costruzione. Il dato essenziale dell’identikit del bosone di Higgs è la massa, identificata dagli scienziati del CERN in 125,3 GeV (gigaelettronvolt) con una incertezza di poco superiore a 1 su centomila. La particella di Higgs, che prende nome da Peter Higgs, il fisico teorico che propose la particella, rappresenta un annuncio epocale perché è l’ultimo tassello del “Modello Standard” che descrive tutte le particelle fondamentali dell’universo visibile e le forze che le regolano. Per il dettaglio del progetto Atlas leggi qui.